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Il Castello di Meleto Oggi

“Operazione Vigneti”: il primo crowdfunding italiano dedicato al vino

Tra le tante storie di cui le mura di Meleto sono state testimoni, la più curiosa e significativa è senza dubbio la costituzione della società Viticola Toscana, nata alla fine degli anni ‘60 con lo scopo di valorizzare la vocazione vitivinicola del territorio. A partire dal 1966 l’agricoltura italiana ha vissuto, infatti, un periodo di grande fermento con l’entrata in vigore del “Piano Verde” e la caduta delle barriere doganali nel Mercato Comune, eventi che in due anni fecero tornare alla terra oltre centomila lavoratori.

Da queste premesse, nel maggio 1968, Gianni Mazzocchi, fondatore dell’Editoriale Domus, ebbe l’idea di lanciare attraverso le pagine della rivista QuattroSoldi una sottoscrizione chiamata “Operazione Vigneti”. Un’iniziativa che oggi verrebbe definita crowdfunding e talmente all’avanguardia che all’epoca venne ripresa anche dalla stampa internazionale. Lo scopo era quello di raccogliere 150 milioni di Lire attraverso la sottoscrizione di quote dal valore di 10.000 Lire ciascuna. Ogni adesione doveva essere di “almeno una minima unità azionaria coltivatrice”, corrispondente a 100 azioni, per un valore minimo di 1 milione di Lire.

Una cifra piuttosto importante, se paragonata allo stipendio medio di un italiano che, in quegli anni, era di circa 120.000 Lire. La lungimiranza e la serietà dell’operazione erano documentate con una dettagliata descrizione che accompagnava il modulo di sottoscrizione, comprensiva di conto economico degli impianti, bilancio d’esercizio e ipotesi di ricavo.

Fin da subito, l’Operazione Vigneti suscitò interesse e consensi, tanto da raccogliere in soli due mesi oltre mezzo miliardo di Lire. Venne, così, costituita la Viticola Toscana che acquisì il Castello di Meleto, ancor oggi sede della società, e circa 1.400 ettari di terreno circostante. Fedele all’impegno preso con i sottoscrittori, la Viticola Toscana si dedicò al risanamento della proprietà, che versava in condizioni di abbandono e sottosviluppo. Con la rinascita agronomica cominciò anche il recupero storico e architettonico dell’area grazie agli interventi sui casali, sulla Pieve con l’annesso convento di Santa Maria a Spaltenna e sul Castello.

Oggi la società Viticola Toscana, con i suoi 1.600 azionisti-fondatori, è ancora proprietaria dell’intera area e rappresenta un modello aziendale tanto efficiente quanto unico.

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